Utilizzare i termini “cioccolato” e “cioccolata” nel modo giusto, senza sbagliare: come collocarli nel giusto contesto.
“Cioccolato” o “cioccolata“? Tale domanda, nella maggior parte dei casi, provoca incertezza tra appassionati, curiosi e professionisti del settore, in quanto tutti si chiedono, a ragione, quale sia il termine che va utilizzato per riferirsi, in sostanza, al dolce più amato al mondo. Scopriamo, dunque, insieme come utilizzare correttamente i due vocaboli.
Cioccolato o cioccolata? I termini che creano dubbi
A livello universale, c’è il termine “chocolate“, in inglese, per riferirisi all’omonimo dolce anche se, c’è da dire, che in italiano le cose si complicano e non poco.
Il nostro vocabolario, infatti, come saprete, è pieno di sfumature, tanto da affibbiare al dolce più amato del mondo, ben due termini: “cioccolato” e “cioccolata“.
Da qui si apre una diatriba ricca di dubbi e spiegazioni che, però, può essere risolta tenendo in considerazione, più che altro, il contesto al quale applicare i suddetti vocaboli.
D’altronde, determinare la forma appropriata, tra maschile e femminile, può sembrare difficile per molti, in quanto si ricollega al dibattito che da sempre infiamma un altra prelibatezza della cucina siciliana: arancino” o “arancina“?
In tale contesto, vogliamo fare luce sull’utilizzo appropriato di “cioccolato” e “cioccolata“, analizzando l’evoluzione di tali vocaboli e come utilizzarli, di conseguenza, in modo corretto, secondo quanto afferma, in merito, l’Accademia della Crusca.
La storia di questo dolce e dei termini ad esso associati
Le origini dei termini “cioccolato” e “cioccolata” risalgono al periodo in cui era necessario denominare tale novità che si fece,s sempre più strada, in cucina, la quale fu introdotta dagli spagnoli con il vocabolo “chocolate“.
La traduzione in italiano ha subito diverse cambiamenti: in un primo momento, infatti, nel Seicento, si utilizzava, principalmente, la forma “cioccolate“, a cui si sono – pian piano – aggiunte “cioccolatte“, “cioccolata” e “cioccolato“, tutte accolte ufficialmente dall’Accademia della Crusca.
Nel Novecento, la denominazione divenne principalmente una questione regionale: “cioccolata” era comune in Piemonte, Veneto, Emilia, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia, mentre la Lombardia prediligeva “cioccolato“: in Sardegna, invece, si preferiva usare “cioccolate“.
Entrambe le varianti sono corrette
La distinzione tra i due termini, ad ogni modo, fu chiarita, ulteriormente nel 1849, quando si decise di non eliminare nessuna dei termini a disposizione, ma di utilizzarli al fine di differenziare i prodotti derivati dallo stesso ingrediente.
Oggi, l’Accademia della Crusca conferma che sia “cioccolato” che “cioccolata” sono termini corretti e sinonimi, entrambi riferibili ad un alimento composto da cacao e zucchero, insaporito, in alcuni casi, da aromi, essenze o altre sostanze, disponibile sia in polvere sia in forma solida, ad esempio tavolette o cioccolatini.
Nell’uso quotidiano, “cioccolato” indica prevalentemente il prodotto solido, (tavolette e praline), mentre “cioccolata” si riferisce, in genere, alla bevanda calda.