Fesa di tacchino- wineandfoodtour.it
Lo sai quante volte, su base settimanale, è possibile consumare la fesa di tacchino? Ecco la risposta degli esperti.
Secondo gli esperti, ci sono delle volte a settimana specifiche in cui si può consumare della fesa di tacchino.
Il tacchino, il cui nome scientifico è Meleagris gallopavo, è di origini nordamericane e, secondo alcuni studi, dovrebbe derivare da un progenitore simile al fagiano.
Tacchini (Pixabay) – Wineandtourfood.it
Ad avvalorare questa tesi, peraltro, sono i resti di specie simili, risalenti all’incirca a 50 mila anni or sono.
Successivamente, in tempi meno remoti, cioè all’incirca nel corso del Cinquecento, il tacchino si diffuse, prima in Spagna, e poi in tutta Europa.
Il tacchino, quindi, venne facilmente apprezzato nei Paesi europei, forse, anche per il fatto che la pratica dell’allevamento degli animali era già a uno stato piuttosto avanzato.
Comunque sia, bisogna anche ricordare che, ancora al giorno d’oggi, esistono diverse razze di tacchini.
In particolare, i tacchini di dimensioni più grandi sono quelli americani che, in effetti, possono arrivare a pesare addirittura 20 chili.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, possiamo trovare le razze di Treviso e di Piacenza e Parma, rispettivamente caratterizzate da un piumaggio scuro e grigio. Poi, ancora, c’è la razza di Romagna che ha un piumaggio bronzato.
Il tacchino, peraltro, è abbastanza presente anche nella cucina italiana. In effetti, è una buona alternativa della carne rossa e può diventare, in particolare la fesa, protagonista di ricette appetitose.
Spezzatino (Instagram) – Wineandfoodtour.it
Per esempio, possiamo si possono fare degli ottimi involtini oppure dei deliziosi bocconcini di tacchino, accompagnati con della pancetta.
Inoltre, due secondi piatti da non dimenticare sono il tacchino arrosto e lo spezzatino di tacchino.
Il tacchino, oltre a far parte della nostra cucina, spesso si associa agli Stati Uniti, non solo perché sono le sue vere origini, ma anche perché è simbolo della tradizionale festa del Thanksgiving Day.
Fesa di tacchino (Instagram) – Wineandfoodtour.it
In effetti, come si ricorda ogni anno, i Padri Pellegrini, durante il Seicento, riportarono i tacchini in America.
Il tacchino, proprio come il pollo e il coniglio, fa parte del gruppo delle carni bianche. Spesso e volentieri, quindi, si sceglie anche per una dieta ipocalorica.
Il tacchino, in genere, si consiglia proprio per la sua facoltà di prevenire patologie cardiovascolari e ictus.
Da non sottovalutare anche il fatto che, di solito, questa tipologia di carne riduce il rischio di obesità e dell’insorgenza del diabete.
La fesa di tacchino, considerata a tutti gli effetti un salume, è possibile trovarla nei supermercati sia fresca che all’interno delle classiche vaschette.
In effetti, la parte che solitamente si utilizza in cucina è proprio la fesa. Quest’ultima, nella fattispecie, è costituita dai muscoli del petto, disossati e puliti.
Ci sono molte ricette che si possono fare con la fesa di tacchino. Per esempio, si può cucinare una buona fesa di tacchino alla birra, al limone e possiamo servirla anche accompagnata a dello speck.
Inoltre, le calorie della fesa di tacchino derivano essenzialmente per il 90% da proteine e per il 10% da lipidi.
Così, una porzione da 100 grammi di fesa di tacchino possiede 24 grammi di proteine e solo poco più di 1 grammo di grassi.
A questo punto, però, ci si potrebbe domandare quale sia il consumo ideale e da non superare della fesa di tacchino.
Così, a quanto pare, secondo gli esperti, si può inserire nel proprio menù personale fino a due volte alla settimana.