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La tradizione della Zuppa di cozze del Giovedì Santo

Avete mai assaggiato la Zuppa di cozze del Giovedì Santo? Si tratta di un’antichissima tradizione partenopea che risale addirittura all’epoca dei Borboni. Ogni anno, nella Settimana che precede la Pasqua, è immancabile sulle tavole dei napoletani questa specialità di mare. Se immaginate che l’unico ingrediente di questo piatto siano le cozze vi sbagliate di grosso, perché è un vero e proprio tripudio di bontà dato dal mix di diversi ingredienti. Siete curiosi di scoprire la ricetta di questo piatto tipico pasquale e qual è la sua storia? Scopriamolo insieme.

Storia della Zuppa di cozze napoletana

C’era una volta (e c’è ancora) a Napoli la tradizione della Zuppa di cozze del Giovedì Santo. Da tempo immemore è abitudine per i partenopei la sera del Giovedì che precede la Santa Domenica di Pasqua mangiare un piatto speciale, una zuppa di mare a base di cozze.

Zuppa di cozze Napoli- wineandfoodtour.it

La nascita di questa tradizione culinaria risale al tempo in cui i Borboni regnavano su Napoli. Secondo la credenza popolare, il protagonista della storia di questo piatto è il re Ferdinando di Borbone. Il monarca era famoso per essere un gran goloso di frutti di mare. Non riusciva proprio a farne a meno e li mangiava sempre, tutti i giorni per tutto il giorno. Dai suoi cuochi di corte si faceva sempre preparare piatti di mare luculliani con il pescato che lui stesso pescava a Posillipo. Appassionato di cozze, il “Re lazzarone” (così veniva chiamato) aveva addirittura ripreso la tradizione di epoca romana di coltivare le cozze a Bacoli.

Da peccato di gola a piatto della tradizione

Già al tempo dei Borboni era abitudine osservare la penitenza durante il periodo di Pentecoste, ovvero quel periodo compreso tra il Mercoledì delle Ceneri e la Pasqua. Il sovrano del Regno di Napoli non riusciva proprio ad essere un buon cristiano e per questo fu ammonito dal frate domenicano Gregorio Maria Rocco, famoso per essere rigido e per essere il religioso preferito del popolo. Si narra che questo frate avesse più potere del Re in persona. Così per non scontentarlo e non inimicarsi il popolo, il Re lazzarone decise di osservare la penitenza durante la Settimana Santa. Il suo intento era arrivare alla domenica “senza peccato” o meglio senza peccati di gola. Però il giorno del Giovedì Santo ordinò al cuoco di preparagli una zuppa di cozze leggera, fatta con salsa di pomodoro, aglio e olio e piccante. La notizia si diffuse in tutto il Regno e i partenopei “copiarono” l’idea del monarca.

Zuppa di cozze Giovedì Santo- wineandfoodtour.it

Oggi la zuppa di cozze è molto cambiata rispetto alla ricetta del Settecento. Oltre alle cozze, ci sono le freselle o il pane fritto, i maruzzielli (lumache di mare), gamberi, seppie e acqua di cottura del polpo ( il noto bror’ ‘e purpo)

Marianna Somma

“So scrivere senza guardare la tastiera. Ma non so guardare la tastiera senza scrivere". Una storica dell'arte votata al copywriting. Svizzera nella precisione, partenopea nell'approccio positivo alla vita.