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La raffinata cucina Kaiseki giapponese: storia e curiosità

Andiamo alla scoperta della cucina Kaiseki: storia e curiosità su questa tradizione nipponica che fonde eleganza e bellezza.

La cucina Kaiseki è caratterizzata da eleganza e raffinatezza, rispetto alle altre cucine che caratterizzano il panorama culinario giapponese. Nata dalla tradizione Zen buddista, la Kaiseki trascende funge da esperienza multisensoriale che è racchiusa nei piatti che propone, i quali fungono da fusione di natura, sapori e stagioni. Scopriamo, dunque, insieme la storia e le curiosità su tale arte gastronomica.

La cucina Kaiseki, storia e curiosità

Le basi della cucina Kaiseki sono da rintracciare nei rituali del tè giapponesi del XIV secolo: tale tradizione, poi, iniziò ad evolversi nei monasteri Zen quale elemento principale, alla base delle pratiche di meditazione.

Elegante cucina Kaiseki (wineandfoodtour.it)

Il termine “Kaiseki” deriva dalla tecnica di riscaldare pietre per la preparazione degli alimenti durante tali cerimonie. Col passare dei secoli, è diventata una raffinata forma di arte culinaria che riflette la coesione di stagioni, territorio e cultura.

I piatti che compongono la cucina Kaiseki

La Kaiseki mette in tavola diverse portate, elaborate con ingredienti freschi e stagionali e servite con estrema cura dal punto di vista estetico.

Washoku (wineandfoodtour.it)

Una cena tipica Kaiseki può, dunque, includere zuppe, piatti a base di pesce crudo o cotto, verdure, riso e dolci, ciascuno progettato per stimolare i sensi e mettere a disposizione dei commensali un’esperienza gustativa equilibrata e che lascia il segno.

Il Sakizuke, ad esempio, prepara il palato, mentre il Kanmi è il dolce che conclude il pasto: ogni pietanza, dunque, funge da importante tassello per valorizzare l’assaggio, quale esperienza multisensoriale.

Gli chef più importanti e come diventare esperto Kaiseki

Figure di spicco come Yoshihiro Murata del ristorante Kikunoi a Kyoto, Tsuyoshi Iryo di Kichisen e Kunio Tokuoka di Kitcho, sono famosi per la capacità che hanno di bilanciare tradizione e innovazione.

In Italia, Satoshi Hazama del ristorante Hazama a Milano, ha, ad esempio, l’abilità di fondere ingredienti tradizionali giapponesi con prodotti italiani, creando un percorso culinario che funge da omaggio alla cultura giapponese.

Diventare chef Kaiseki richiede un percorso formativo lungo ed impegnativo. È fondamentale avere una profonda conoscenza della cultura giapponese, delle stagioni e degli ingredienti del posto.

La formazione – di solito – inizia da giovane, sotto la guida di maestri esperti e, oltre alla competenza tecnica, richiede un’innata sensibilità estetica nonché la capacità di esprimere equilibrio ed armonia attraverso i piatti.

Per chi vuole scoprire i segreti della cucina Kaiseki, l’Italian Food Academy ha elaborato un corso ad hoc che tiene lo chef Satoshi Hazama. Il programma affronta diversi argomenti, che oscillano dall’esplorazione degli ingredienti più importanti, alla maestria delle tecniche culinarie, in modo da avere una visione completa della cucina kaiseki.