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Death Cafè, quando il cibo esorcizza la paura della morte

Il cibo può esorcizzare la paura della morte: diamo uno sguardo ai Death Cafè legati alla cultura messicana, anche se di origini anglosassoni. 

Il cibo, in alcuni casi, può esorcizzare la paura legata alla morte e all’aldilà: una pratica che, nei fatti, è molto tangibile e viva in quelli che sono definiti i Death Cafè, incontri in cui si parla della morte, ma con un senso di libertà e leggerezza. Scopriamo, insieme, cosa sono e qual è il loro ruolo in tale contesto.

Death Cafè, esorcizzare la paura della morte con il cibo

L’uomo ha – da sempre – cercato metodi per familiarizzare con la morte, attraverso riti e celebrazioni antichi.

Tali eventi, nati con lo scopo di affrontare il grande mistero della morte, danno la possibilità di guardare a questo lato della vita in una prospettiva di accettazione e comprensione.

Anche se il mondo occidentale mette in atto, ogni anno, festività come Halloween, altre culture non hanno bisogno di occasioni particolari per confrontarsi con il tema dell’aldilà.

Parlare di morte nei Death Cafè (wineandfoodtour.it)

I Death Cafè, ad esempio, sono degli incontri che hanno come obiettivo principale quello di aumentare la consapevolezza sulla morte, cercando di liberarla dai tabù e, di conseguenza, di valorizzare ancora di più la vita.

Tali incontri traggono ispirazione dalle parole di Epicuro, che invitava a godersi la vita, in quanto la morte arriva quando noi già siamo andati via, quindi non c’è modo di incontrarla e, dunque, di temerla.

La nascita dei “caffè della morte”

Il concetto di Death Cafè è stato introdotto – per la prima volta – nel 2011 a Londra da Sue Barsky Reid, psicoterapeuta, che si ispirò alle iniziative del sociologo ed etnologo svizzero Bernard Crettaz che, già nel 2004, aveva organizzato i Café Mortels.

Queste occasioni di incontro si sono diffuse a livello mondiale, specialmente nei Paesi anglosassoni e scandinavi. A Torino, in occasione del Festival Torino Spiritualità, ad esempio, seicento persone hanno dialogato sulla morte, accompagnate da tè e pasticcini, assistite – al contempo – da psicoterapeuti.

Tali momenti di condivisione, pur affrontando un tema che in molti preferiscono evitare, sono liberatori e naturali, quasi come il gesto quotidiano del mangiare.

La connessione tra cibo e morte

Al di là dei Death Cafè, la relazione tra cibo e rituali funerari è radicata in varie culture, nelle quali il cibo riveste un ruolo sacro e di rispetto.

Il cibo, d’altronde, è sempre stato un elemento centrale nelle pratiche religiose e nei riti funerari, basti pensare alle restrizioni alimentari nell’Islam, ma anche alle regole della cucina Kosher, e non solo.

Día de los Muertos (wineandfoodtour.it)

In questa ottica, infatti, bisogna considerare anche i periodi di digiuno cristiani, alle pratiche essenzialiste del buddismo, ma anche alle offerte di cibo effettuate nelle cerimonie induiste.

In particolare, il Día de los Muertos in America Centrale e Messico rappresenta una celebrazione vivace e colorata in onore dei defunti, con offerte di cibo, dolci e tequila sulle tombe, trasformando, in questo modo, il ricordo dei cari scomparsi in un momento di gioia e condivisione.