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Consigli di Viaggio

Come nasce e cos’è l’ecoturismo

Quella dell’ecoturismo è una scelta di un numero in crescendo di persone. Ma cos’è? Quando nasce? Oggi proveremo ad aprirvi lo sguardo su un fenomeno che interessa il turismo a livello globale.

Ad usare per primo il termine, e quindi ad inventarlo, è stato un architetto di origini messicane – Hector Ceballos- Lascurain nel lontano 1988. Con questa parole, Hector voleva far riferimento a tutte quei viaggi che avevano come mete  zone incontaminate del mondo, prive di artifici umani tanto grandi da deturpare il loro essere ‘incontaminate’.

Ecoturimo: cosa si intende con questo modo di viaggiare ormai sempre più diffuso

Ci sono alcune parti del mondo che in effetti sono destinate alla scoperta turistica di un gruppo molto ristretto di persone, aree in cui la natura ha ancora il completo dominio. Ed è per questo che per intendere questo tipo di turismo si usa ‘Ecoturismo’. Si tratta di luoghi che – si spera- non subiscano mai un turismo intenso, tanto alto da deprivarli della loro naturale bellezza.

Il significato moderno di questo termine è nato nel 2002, quando ci fu il Summit Mondiale dell’Ecoturismo in Quebec in cui venne evidenziata l’importanza di due elementi che sono complementari in questo tipo di turismo: lo sviluppo economico ed il rispetto dell’ambiente. E’ quindi la forma di turismo più ecosostenibile che rispetta l’ambiente a 360°.

Quindi quando parliamo di ecoturismo ci riferiamo ad un modo di viaggiare – purtroppo non ancora diffuso quando farebbe bene all’ambiante – in aree naturali cercando di limitare a 0 l’impatto ambientale. Nella pratica però – il più delle volte – questi termini restano solo pure astrazioni concettuali con cui si tende a lavarsi la coscienza da quella che è la lenta distruzione del pianeta ai danni delle nuove generazioni.

Ecoturismo, quando come e perchè nasce – Wineandfoodtour.it

C’è tanto che potremmo fare – tutti noi – nel nostro piccolo quotidiano. In primis, potrebbe essere un’ottima scelta quella di adoperare l’auto solo quando è strettamente necessario. Quindi per i piccoli spostamenti, usare bici o mezzi pubblico. E ovviamente scegliere come mezzi di trasporto personali quelli elettrici meno inquinanti.

Ovviamente non basta, ma è un passo. Ci sono viaggi aerei tutti i giorni in tutto il mondo che inquinano tremendamente il pianeta e spesso ci adattiamo a costumi di viaggio decisamente poco rispettosi della natura, come lo zoo safari ‘selvaggi’ in cui gli animali sono costretti ad interagire con gli uomini e le loro abitudini non sempre ecosostenibili ed ecosolidali.

Non farà la differenza, ma di certo è un passo quelli di adottare abitudini più rispettose dell’ambiente.

L’ambiente al centro, non più l’uomo

Dovremmo imparare a mettere-  sempre e comunque – al centro l’ambiente e non le nostre voglie e le nostre abitudini. Passare quindi, nel modo di viaggiare per il mondo, da un antropocentrismo secolare ad un biocentrismo.

Secondo i più esperti, il viaggio non è altro che la nostra smania più deleteria nata dalla cultura consumistica che ha caratterizzano il mondo negli ultimi decenni. Il viaggio personale, quello che tutti mettiamo in agenda durante le ferie – per staccare la spina – in un bel posto del mondo che ci concede relax e aria pulita, non è altro che l’espressione del turismo di massa che vede come unico obiettivo mostrare al mondo le proprie possibilità e la propria felicità, con qualche selfie e souvenir che faccia invidia. Ma il viaggiare, soprattutto in questi posti, non ha di certo questi obiettivi. Bisogna imparare a mettere al centro l’ambiente, la comunità del posto e ovviamente il suo ecosistema.

Dovremmo fare il modo che, in questo tipo di viaggi, il denaro che spendiamo finisca nelle tasche degli enti locali. Il fatto che ci si rechi in ambienti un po’ privi di sicurezza e di tutela, spinge gli enti locali ed internazionali ad attivarsi affinché anche in questi luoghi ci siano  enti per la salvaguardia dell’ambiente ma anche la tutela delle specie animali autoctone.

Parco nazionale di Virugna : simbolo dell’ecoturismo

In questa dinamica rientra integralmente il  parco nazionale di Virugna in cui si salvaguardano con ogni metodo i gorilla che vivono in montagna. Questi animali, in sostanza, vengono protetti con i soldi dei turismi e ovviamente con le donazioni ai ranger di Virunga.

L’esistenza dei gorilla è minacciata, tutti i giorni, dalle compagnie petrolifere e minerarie che hanno forti interessi affinché il territorio diventi una miniera piuttosto che l’habitat per i gorilla. Quello che deve cambiare, quindi, prima di tutto è la nostra mentalità.  L’ecoturismo, se tutto resta così, non è altro che un modo in cui si fa turismo ai danni dell’ambiente ma mascherando il tutto con buoni propositi e falsi principi.

Quello che ancora non abbiamo capito è che probabilmente il mondo tollererà anche il nostro inquinamento ma saranno purtroppo le future generazioni a farne le spese con aspettative di vita nettamente inferiori a quelle attuali.

Cristian Gangemi

Diplomato all'istituto tecnico Nautico di Messina, fin da piccolo sono sempre stata affascinato dal mondo editoriale e tech. Grande tifoso della Juventus, amante degli animali. Avere la possibilità di scrivere per Wineandfoodtour è una grande opportunità per me.